mercoledì 17 novembre 2010
ANCHE SE VOI VI CREDETE ASSOLTI...
Ogni 28 maggio partecipo alla manifestazione per commemorare le vittime della strage di piazza Loggia. Per me è una data importante, lo scoppio di quella bomba è l'avvenimento che ha squarciato la mia città, che l'ha ferita per sempre. L'ultima volta avevo un pancione che rotolavo, i piedi e le gambe gonfi, ma ho voluto esserci. Ho sentito le solite parole: verità, giustizia. Negli occhi dei familiari delle vittime ho letto la speranza che finalmente, dopo un processo durato due anni, si arrivasse a dare un senso a ciò che senso non ha. Oggi è arrivato il verdetto: tutti assolti. Che rabbia, che dolore.
Ma devo essere onesta, non mi sento di puntare il dito contro il sistema. Non credo che i giudici abbiano scelto la via più comoda o facile. Solo, questo processo aveva una dimensione francamente disumana. Disumana per la mole di elementi da prendere in considerazione. Disumana, soprattutto, perché il tempo ha cancellato larghissima parte dei ricordi, delle prove, e dove non li ha cancellati a qualcuno ha fatto comodo far credere che fosse andata così. Come quel giorno che la piazza è stata lavata, e non per caso. Disumana, vale a dire che nessun essere umano poteva mettere ordine nelle cose adesso, nel 2010, dopo 36 anni.
L'unica cosa vera è che giustizia doveva essere fatta prima. Giustizia doveva essere fatta allora. Con amarezza ho creduto fin dal principio che questo sarebbe stato l'epilogo. Ogni volta che vedevo qualche collega chino sulle carte, decine di pagine, trame illeggibili, sentivo la parola "assoluzione" nelle orecchie. Speravo di sbagliare. E invece no. Quello squarcio non si rimarginerà mai.
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