mercoledì 29 luglio 2009

MARINO E LA PATERNITA' OBBLIGATORIA


A Londra un'avvocato di successo, promettente, conosciuta, madre di tre figli, si suicida gettandosi nel Tamigi: era depressa, sentiva di non riuscire a coniugare la maternità con le aspirazioni professionali.
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Leggendo episodi di cronaca nera come questo, ancora di più apprezzo le parole di Ignazio Marino, il candidato outsider alla segreteria del Pd stretto tra Bersani e Franceschini. In un'intervista a Vanity Fair, Marino ha dichiarato che è INDISPENSABILE istituire il congedo OBBLIGATORIO (E NON FACOLTATIVO) di paternità. In questo modo - ha detto - non solo gli uomini si approprierebbero finalmente del loro ruolo per qualche mese, ma soprattutto le donne non sarebbero più discriminate. Uguali ai maschi in tutto, senza più la paura di ritorsioni al momento della gravidanza, durante e dopo. Libere dallo stereotipo che le vuole sole ad affrontare il conflitto tra carriera e genitorialità. Bravo davvero ad Ignazio Marino, che con poche parole ha proposto una soluzione concreta e anche innovativa allo sterile tema delle pari opportunità.

Questo medico che sul fine vita ha avuto una delle poche posizioni chiare, nette, lucide, apprezzabili sta attirando sempre di più la mia simpatia. In molti pensano che sia adatto a far molte cose, ma non il segretario di un partito. Troppo distante dalla politica, dicono i "duri e puri" della nomenklatura. Ebbene: alla politica, amici che state cercando la strada per riformare il centrosinistra, oggi non serve la politica. Alla politica servono le idee.

sabato 18 luglio 2009

UN LUTTO PER LA CITTA'


Oggi se ne è andato Mario Venturini, assessore della giunta Corsini. Di lui ricordo un lucidissimo ragionamento in un quasi deserto convegno all'auditorium San Barnaba sulle prospettive urbanistiche della nostra città, sull'impossibilità di aggiungere altro cemento, di consumare altro territorio. Non lo conoscevo molto (e spesso lamentavo perché non rispondeva al cellulare), ma senza retorica mi ha sempre dato l'impressione di una persona molto, molto intelligente. E quando una figura di spessore se ne va, è un lutto per l'intera cittadinanza.

venerdì 17 luglio 2009

ALCOL VIETATO AGLI UNDER 16

Il Comune di Milano vieta l'alcol ai minori di 16 anni. Se consumeranno alcolici in strada, la multa da 450 euro sarà recapitata a casa, ai genitori. Chi mi conosce, sa che ho una visione antiproibizionista e non amo quasi mai le restrizioni. Sono anche convinta che questa sia una decisione "politica": ha più a vedere con l'impatto dell'Amministrazione sull'opinione pubblica, che con la salute degli under 16. Ciò nonostante, accolgo le nuove regole con un sorriso. Ecco perchè.
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Premetto che non odio i ragazzini come qualche mio coetaneo, non li trovo né fastidiosi, né vuoti e nemmeno molesti. Anzi, credo che molti abbiano enormi energie intellettuali, ma le disperdano miseramente. Credo, anche, che con gli adolescenti di oggi ci voglia molta, molta RIGIDITA'. Solo così potrà nascere in loro il gene della ribellione che è sanissimo, che genera grandi menti e grandi rivoluzionari. Senza ribellione, cresceranno uomini e donne confusi e rassegnati.
Questa teoria l'ho elaborata di recente, quando ho visitato la mostra su Fabrizio De André a Genova. Ho scoperto che molti grandi personaggi della storia avevano alle spalle famiglie severe, tanto severe da spingerli a scappare con il corpo ma soprattutto con la mente.
Va bene allora ogni regola in più che spinga gli adolescenti ad ingegnarsi, protestare, lottare. A 13, 14, 15 anni i ragazzi dovrebbero costruire la loro personalità. Non affogarla nell'alcol. Per quello avranno tutto il resto della vita.

giovedì 9 luglio 2009

UN MILIARDO DI MORTI PER FAME...E IL G8?


Mi chiamo fuori dalle polemiche su quanto costa il G8 o G14 che sia. Non serve un genio per capire che di soldi se ne stanno spendendo tanti.
La domanda a cui cerco di rispondermi è: serve davvero il G8? Nell'elenco delle decisioni prese dai grandi della terra non leggo una sola azione. Si parla tanto di IMPEGNO, di INTESA, di CONSENSO, di RILANCIO. Ma non è più tempo di parlare, è tempo di stanziare fondi, di intervenire SUBITO. Il surriscaldamento uccide il pianeta. Nel mondo UN MILIARDO di persone muoiono di fame. Il destino di queste popolazioni può essere cambiato, ma non tra un pranzo e l'altro in un valzer di inchini e complimenti.
Ecco perché di Obama ho apprezzato poco le parole che ha detto questo pomeriggio in conferenza stampa, molto il fatto che ha raccolto da terra una bottiglietta di plastica che era stata buttata incautamente da qualcuno. Quello, almeno, è un gesto concreto.

lunedì 6 luglio 2009

I DISINFORMATI

C'è ancora gente che riesce a vivereDISINFORMANDOSI. L'altra sera ad un caffè alcuni conoscenti mi hanno spiegato che loro hanno fatto questa scelta. Non guardano la televisione, non leggono giornali, nemmeno si occupano sui siti Web delle maggiori testate che cosa accade nel mondo. Hanno deciso di vivere solo ciò che accade nell'esistenza loro e in quella dei loro vicini o amici più stretti. Le ragioni, a detta dei disinformati, sono due: da una parte i media che non fanno bene il loro dovere; dall'altra il disincanto, la noia per il sistema che gira gira e alla fine va sempre allo stesso punto.
Io ho detto loro che intavolare una conversazione CON ME che di mestiere faccio la giornalista su questo argomento era inutile. Però ho voluto comunque spiegare che:
1) In Italia di media ce ne sono così tanti, ma così tanti che uno che piace si trova di sicuro. Che sia un giornale o una tv, una radio o un'agenzia di stampa
2) Quel che è mi più caro: come si può essere annoiati da un sistema che non si conosce?
Ho anche aggiunto che poi però non ci si può lamentare se le cose vanno storte. E mi hanno risposto "No, no. Ma noi non ci lamentiamo". Questa è stata la frase che mi ha gelato. Questo mi ha fatto capire che il mondo non cambierà. Perché chi potrebbe sapere, studiare, rivoluzionare il mondo si nasconde dietro agli errori dei media e alla noia.

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La libertà non è star sopra un albero,non è neanche il volo di un moscone,la libertà non è uno spazio libero,libertà è partecipazione. G.GABER.