giovedì 20 agosto 2009

UNA FESTA DA DIFENDERE

Sono tornata ieri sera a Brescia dopo una settimana di vacanza, e subito mi sono catapultata nel caos di Onda d'Urto per il concerto dei Motel Connection. Mi dispiace molto sapere che l'anno prossimo forse la festa della radio non si farà. Non voglio entrare nella polemica politica, nella quale si incastrano le solite ragioni e i soliti torti. E' chiaro però che, se l'area di Buffalora avrà un'altra destinazione come magari è legittimo che l'Amministrazione comunale decida, difficilmente si troverà altrove un posto di tali dimensioni e così ben attrezzato. Lo staff della festa ha fatto molta fatica per togliersi di dosso l'immagine di "rave party" che c'era fino a qualche anno fa. Ai tempi, effettivamente, per entrare ad Onda d'Urto bisognava passare in mezzo ad uno stuolo di spacciatori e anche di molestatori, talmente fastidiosi che veniva voglia di tornarsene a casa.
Ora quella di Buffalora è una manifestazione come ce ne sono mille altre in provincia d'estate con solo un paio di sostanziali differenze: c'è ottima musica, e ci lavorano tanti giovani. E' davvero un piacere vedere quanti ragazzi si destreggiano tra le griglie e le casse, montano e smontano attrezzature, si danno da fare per pulire e sistemare. Strano. In tutti gli altri posti solo gli anziani si rimboccano le maniche. E poi, soprattutto, i concerti. Ogni anno ne fanno di sempre migliori e a prezzi ragionevolissimi. Ci ho visto tutti i miei gruppi preferiti e anche in questi giorni mi sto pregustando qualche bella serata.
Insomma, mi piacerebbe che chi governa questa città facesse un gesto di coraggio e lasciasse che questo spazio rimanesse un'area feste. Mettendoci anche altre feste, magari. Mettendoci feste di tutti i partiti, di ogni colore. Ma non togliendo di lì quella della radio.

martedì 11 agosto 2009

A chi appartengono i monumenti?

Ha preso una multa da 100 euro perchè «sedeva» sotto la statua della Bella Italia. Non bivaccava, né intralciava il traffico, e nemmeno mangiava un gelato. Era seduta sui gradini di un monumento. Non lascia spazio ad equivoci la parola scritta dagli agenti della polizia locale sul verbale elevato giovedì scorso poco prima delle 20 ad una donna di origini marocchine di 53 anni residente in contrada Sant'Urbano, a pochi passi da piazza Loggia. A riferire dell'episodio sono Umberto Gobbi dell'associazione Diritti per tutti e Rosangela Miccoli di Radio Onda d'Urto, che ne è stata testimone oculare. La vittima avrebbe voluto partecipare alla conferenza stampa che i due hanno convocato ieri ma non se l'è sentita per paura di ritorsioni e ancora oggi fa davvero fatica a credere ciò che le è accaduto.
La 53enne vive in città da una ventina d'anni. È bresciana d'adozione ma non d'aspetto, tant'è che quella sera - racconta Miccoli - portava il velo. con lei c'erano la madre ultraottantenne e la sorella anch'essa di mezza età. Entrambe inequivocabilmente straniere.Secondo la ricostruzione che è stata fornita, le tre donne erano uscite di casa per fare due passi. Esauste per il caldo, si erano fermate un attimo a riposare sui gradini della statua monumentale. Non sono le uniche a farlo, ma a loro è andata male. Una pattuglia si è avvicinata. «In men che non si dica - riferisce Miccoli - i vigili le hanno fatte alzare e hanno chiesto i documenti. Subito hanno scritto la prima multa». Una piccola folla di cittadini e avventori dei bar si è fatta intorno per capire cosa stava accadendo ed è riuscita ad evitare che anche le altre due straniere fossero multate. Pure un lettore di Bresciaoggi che ha assistito all'episodio, residente nei dintorni, ha manifestato l'altro ieri in una lettera la sua solidarietà alle signore. «Una delle due sorelle sconcertata si è messa a piangere - prosegue - continuava a chiedere il perché, non riusciva a capire che cosa aveva fatto di male». Alla 53enne viene contestato di aver violato l'articolo 7 del regolamento di polizia urbana che cita: «Sotto il porticato del palazzo Loggia, presso gli edifici di valore monumentale e sulle relative gradinate d'accesso è vietato consumare alimenti, dormire, sdraiasi e sedersi sulla pavimentazione, sui gradini o su altri manufatti diversi dagli appositi sedili». L'associazione Diritti per tutti garantirà assistenza legale gratuita alla straniera se vorrà fare ricorso e tra i cittadini potrebbe anche partire una colletta. A questo punto però, dice Gobbi, viene spontaneo chiedersi «dove si possa sostare e dove no, dal momento che nei pressi della Bella Italia non è esposto alcun divieto».Non solo. C'è il sospetto che «ai vigili sia stato dato l'ordine specifico di un giro di vite contro gli immigrati». Innanzitutto perché a Radio Onda d'Urto sono arrivate segnalazioni di cittadini italiani che, nello stesso punto o sotto il porticato della Loggia, sono stati semplicemente invitati a spostarsi. Senza alcuna multa.In secondo luogo, l'episodio delle tre donne era stato preceduto mezz'ora prima da un altro molto simile. La polizia locale aveva tentato di multare («non si capisce sulla base di quale articolo del regolamento», sostiene Gobbi) un ragazzo straniero senegalese seduto sul gradone di piazza Rovetta. Il giovane però - riferisce ancora Miccoli - ha «rifiutato di dare i documenti e nel frattempo si sono avvicinati così tanti italiani e stranieri nel tentativo di difenderlo che i vigili se ne sono andati», non senza qualche tensione. Non ultimo, nell'edizione di domenica il nostro quotidiano ha riportato notizia di altri due stranieri multati perché stavano bevendo una birra in San Faustino.
«A questo punto - prosegue Gobbi che parla di «barbarie xenofoba» - vorremmo sapere quante contravvenzioni di questo genere sono state elevate ad italiani e quante a stranieri». L'effetto di questa politica, secondo il referente di Diritti per tutti, è che «a Brescia si sta creando un clima di tensione: è evidente che l'Amministrazione desidera che i migranti non possano più vivere la città. Per questo motivo invitiamo tutti coloro che subiscono atteggiamenti persecutori a farsi avanti e i cittadini a non voltarsi dall'altra parte davanti di fronte a questi episodi, ad intervenire».