martedì 30 giugno 2009

LACRIME DI COCCODRILLO

Norme europee «inadeguate» o «non rispettate» hanno causato il tragico incidente di Viareggio, attacca il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Da parte sua il vicepresidente della Commissione europea e commissario ai Trasporti, Antonio Tajani, si dice pronto ad «innalzare il livello di sicurezza».

Vien da chiedersi perché non ci si è pensato prima che un'esplosione in stazione facesse 14 morti e 34 feriti. L'Italia è così. E' il Paese del gran dolore, delle grandi sceneggiate, dei lutti nazionali e degli scandali che durano mezza giornata. Ora fa tanto vetrina mostrare di saper prendere la situazione in mano, di sapere come intervenire e cosa fare. Tra qualche settimana della sicurezza dei treni merci carichi di gpl non interesserà più a nessuno. Fino alla prossima tragedia. Il terremoto d'Abruzzo e le norme antisismiche non rispettate fanno scuola.

sabato 27 giugno 2009

GOYA E IL BOPO

Ho visitato questo pomeriggio prima di venire al lavoro una graziosa mostra al Bopo, il bocciodromo di Ponteranica (Bergamo). Trenta acqueforti originali di Francisco Goya, la metà delle quali della serie della Tauromachia.
E' una mostra senza grosse pretese, in un'oretta si vede tutto quanto compreso un piacevole filmato a tema. Tuttavia mi ha dato lo spunto per pensare a quanto le piccole cose riescano a fare cultura molto più dei grandi eventi. In pochi flash insegnano molto di un autore senza confusione, senza fronzoli. andando immediatamente al dunque.
Nella nostra città capitano eventi come questi. Di recente ha fatto qualcosa di simile la Galleria dell'Incisione. Tuttavia non sono mai sufficientemente promozionati e di certo le istituzioni non si impegnano davvero per farlo, impegnate come sono a cercare modi bizzarri per stuzzicare i palati dei visitatori più numerosi ed originali.
La mostra peraltro era allestita in una graziosa location, un arioso ex bocciodromo ricco di fotografie di cantautori d'epoca, adibito a bar - ristorante, luogo di svago e anche contenitore culturale. Anche di questi spazi "al confine" tra molti usi e molti generi la nostra città sente molto la mancanza.

venerdì 26 giugno 2009

IL NUOVO RE DEL POP

Quando ho saputo che Michael Jackson era morto, ho provato a chiedermi chi potesse essere il suo erede. Chi è il nuovo "king of pop"? Non ho trovato risposta. Ho trovato star di gran lunga più vecchie di Jacko (Elton John), donne (Madonna), gruppi (U2) e gruppetti. Ma nessun solista all'altezza di ricevere il testimone. Non sono mai stata una fan di Jackson, soprattutto dopo le ultime vicende. Ma questo la dice lunga del declino della musica a cui stiamo assistendo.

mercoledì 24 giugno 2009

IL MINZOLINISMO

Voglio aderire all'appello di Libertà e Giustizia. Non guarderò più il Tg 1, da che il direttore Augusto Minzolini ha scelto di "oscurare" i particolari sull'inchiesta di Bari. Chi fa informazione, sa che il suo obiettivo sono i lettori (o i telespettatori). E i lettori vogliono sapere. Sono gli stessi che sui siti dei maggiori quotidiani italiani continuamente cercano gli articoli sulle vicende del premier. Basta scorrere le statistiche, l'elenco dei pezzi più visti. La Rai dovrebbe essere una televisione di servizio. A SERVIZIO del telespettatore appunto.
Certo, direte voi, c'è una percentuale consistente di italiani a cui poco interessa di conoscere se e con quale velina Berlusconi ha trascorso la notte. Ebbene, ce n'è sicuramente una altrettanto consistente che non vuole saperne nulla di quel tal incidente stradale accaduto in quella tal provincia italiana, oppure di sentire cosa ne pensano Bocchino, Cota, Sereni, Donadi e via dicendo di quel tal tema politico. Eppure, questi servizi nessun direttore si è mai preso la briga di oscurarli.
Ebbene, questo Minzolini che priva me del diritto di informazione è assai poco professionale. Del resto, è lo stesso che definì "informale" l'uscita del Cavaliere sull'abbronzatura di Obama.

Ecco perché voglio aderire all'appello di Libertà e Giustizia.


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L'APPELLO DI L&G
Il Direttore del TG1 Minzolini ha scelto - lui - di non darci le notizie che riguardano il Presidente del Consiglio Berlusconi, giudicate - sempre da lui - "strumentalizzazioni e pettegolezzo".Questa censura è inaccettabile ed offensiva. E soprattutto rappresenta un ulteriore attacco alla libertà di stampa.Libertà e Giustizia ricorda ancora una volta che la distruzione del servizio pubblico era uno dei progetti fondanti del piano di Rinascita di Licio Gelli. Se il progetto fa oggi un gigantesco passo avanti con la fine dei fatti nel Tg1, LeG si unisce alla voce di quei giornalisti liberi che in tutte le redazioni della Rai chiedono un'immediata convocazione del direttore Minzolini davanti alla Commissione di vigilanza. Fino a questo chiarimento istituzionalmente essenziale, LeG invita a non guardare il TG1

martedì 23 giugno 2009

IL PD E LA LEADERSHIP

Il leader del Partito Democratico Dario Franceschini ha "glissato" sulla schiacciante sconfitta ai ballottaggi di domenica e lunedì. I democratici hanno perso quasi tutto, e anche in alcune roccaforti dove sono riusciti a strappare la vittoria (vedi Firenze) si sono messi nelle mani di persone per bene, ma di scarsissima popolarità. Franceschini avrebbe potuto dire qualsiasi cosa per consolare i suoi elettori. Avrebbe potuto semplicemente dire che era una debacle annunciata, ma che il Pd si impegnerà a far meglio la prossima volta. E invece, ha trionfalmente dichiarato che sta "cominciando il declino della destra". Che le cose non vadano bene come Berlusconi avrebbe voluto è evidente, lo comprende anche il più ingenuo degli elettori. Che ci sia qualche problema nel Pdl è evidente. Ma arrivare al punto di ingannare gli italiani, questo il leader del Pd non lo dovrebbe fare.

Intanto, i vertici del partito stanno nuovamente finendo nel vortice della discussione sulla leadership. E ad ottobre chiameranno per l'ennesima volta gli elettori alle urne.
Negli Usa i democratici alle primarie hanno trovato Obama. Una vera scommessa di rinnovamento. Nel modo di comunicare, nel pensiero. Persino nel colore della pelle.
In Italia troveranno un progetto vecchio ed una classe politica vecchia. "Mi candido per portare il Pd nel futuro. Punterò sui giovani", ha detto Franceschini. Per dare un segnale di innovazione, l'ha detto dal Web. Ma non è sufficiente.
Ebbene, per portare il Pd nel futuro Franceschini dovrebbe FARSI DA PARTE. Bersani dovrebbe FARSI DA PARTE. Il futuro dei democratici non è ancora stato disegnato. Nella testa dei cittadini, sta in un volto sconosciuto. In un giovane o perché no, in una donna. In qualcuno che è FUORI DAGLI APPARATI DEL PARTITO, che viene dalla società. La stessa con cui il Partito Democratico non sa più parlare. La stessa a cui dovrebbe dire la verità. Che ai ballottaggi di domenica e lunedì, il centrodestra ha vinto e il centrosinistra ha perso.